“S’alza la tela!” di Paolo Starvaggi

La folla si accalca impaziente sulle sedie del teatro, vuol vedere esibirsi i Pagliacci. E infatti siamo all’inizio del secondo atto della celebre opera di Ruggero Leoncavallo. Finalmente il sipario si muove, facendo esclamare alla gente: «Ah! S’alza la tela! Silenzio! Olà!». Prendiamo a prestito questo passaggio per il titolone di questo primo numero di questa nostra pubblicazione, che vuol essere un veicolo non solo per promuovere le attività della Me.Te.Or., ma soprattutto per proporre spunti culturali e sociali concreti, che possano essere utili alla comunità.

Una comunità che rassomiglia molto alla folla immaginata da Leoncavallo: principalmente perché è eterogenea, formata com’è da studenti come da operai, da professionisti come da casalinghe, da contadini come da pensionati; poi perché, dopo un lungo periodo di asocialità forzata, ha voglia di ritrovarsi, divertirsi assieme e anche mettersi alla prova.

Quando si alzerà la tela, vedrete – com’è doveroso – due degli spettacoli che stavamo preparando al momento dell’improvviso stop forzato. Riannoderemo il filo spezzato, certo, ma non sarà il classico “dove eravamo rimasti”: un anno e mezzo di pandemia ci ha modificato abitudini, ritmi, modo di vivere, di pensare e di agire. Riprenderemo – è indispensabile, anche per la Me.Te.Or. – in maniera diversa, nuova per quanto concerne modalità, tempistiche, energie, capacità. Ciò che non cambia, anzi diventa ancora più urgente, è la voglia di accogliere tutti coloro i quali cercano, attraverso il teatro e l’amicizia, di costruire non solamente grandi spettacoli, ma anche e soprattutto persone nuove e felici. Proprio come il pubblico di Leoncavallo.

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